mercoledì 25 maggio 2011

A PROPOSITO DELLO ZEN/2 E DELLA RECENTE PROPOSTA DI DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE











Di recente avevamo pubblicato sul nostro Blog un articolo tratto dalla rivista "Il Covile" dell'Arch. Ciro Lo Monte sulla rigenerazione delle periferie. Riceviamo e pubblichiamo un articolo di due noti professionisti palermitani che hanno scelto il blog di CAMELOS per pubblicare le loro riflessioni sull'iniziativa, insieme ad alcuni dubbi e legittimi interrogativi in risposta a quanto presentato alcun e settimane fa all'Hotel Wagner da Mazzola e Lo Monte. CAMELOS intende essere un luogo aperto di confronto, speriamo che da questa critica possa scaturire un proficuo dibattito tra i professionisti impegnati nel Progetto ZEN per rendere la loro pregevole intuizione effettivamente realizzabile. Del resto, ricorrendo alla metafora cara alla nostra Associazione, in questo deserto della nostra società palermitana, meglio non cadere preda di miraggi!






Di positivo, nell’iniziativa di un gruppo di intellettuali (specialisti in varie discipline e operatori sociali) riuniti sotto l’insegna della rivista Il Covile, c’è l’attenzione per le disagiate condizioni di vita degli abitanti del quartiere ZEN/2 e la volontà di fare qualcosa per migliorarle a fronte del generale disinteresse degli amministratori e dei concittadini più fortunati.
Superficiali appaiono di contro le critiche che essi muovono all’architettura del quartiere, accusata di essere la causa prima del degrado in cui i suoi abitanti si trovano a vivere, e irrealizzabile, oltre che non condivisibile, la loro proposta (fatta in recenti convegni a bella posta organizzati, ultimo dei quali tenutosi a Palermo lo scorso 5 maggio) di demolire le famose e deprecate insulae gregottiane per sostituirle con nuovi isolati di forme e linee ottocentesche, con abbondanza di porticati, colonnati, frontoni, loggiati, altane, arricchiti da decorazioni di vario genere, scenograficamente dislocati, frutto dell’ingegno progettuale di Ettore Maria Mazzola, docente di Traditional Urbanism, Architecture and Building Technics presso la sede romana della Facoltà di Architettura dell’Università Cattolica di Notre Dame.
Questo è infatti il tipo di quartiere ideale che l’arch. Mazzola propone per l’analoga operazione (demolizione e ricostruzione) del famigerato Corviale di Roma, portandolo ad esempio di quel che si potrebbe fare allo ZEN/2 di Palermo, in un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Il Covile. Articolo nel quale si lancia in arditi piani economici, fondati sulla ottimistica (irrealistica) previsione di un costo di costruzione pari a €/mq 233, mentre in realtà ammonta oggi a circa €/mq 1.000 (che si incrementerebbe del 50% se i nuovi edifici dovessero avere le caratteristiche del costoso modello ideale proposto per il nuovo Corviale), nonché sulla altrettanto ottimistica possibilità di cospicui ricavi derivanti dalla vendita sul mercato immobiliare di una parte dei nuovi alloggi, oltre che dei negozi ai piani terra, in modo da favorire la promiscuità e quindi l’integrazione delle classi sociali chiamate ad abitare il nuovo quartiere.
Non vorremmo apparire disfattisti e demolitori di sogni ma, sulla base del buon senso, ci permettiamo di porre ai Covilisti le seguenti domande:
- Premesso che lo ZEN/2 di Gregotti non costituisce per noi un modello ideale e che molti sono gli errori fatti dai progettisti, non vi sembra di avere trascurato che buona parte dei disagi dello ZEN/2 derivi dal fatto che il quartiere non è mai stato completato nei servizi, nelle attrezzature e nelle infrastrutture di supporto (fognature comprese) e, soprattutto, che il 80% dei suoi alloggi è stato occupato ed è abitato abusivamente in modo da dare vita a un aggregato sociale privo di regole in cui vige la legge del più forte che regola perfino l’alimentazione idrica ed elettrica e che ha stravolto la destinazione dei locali ai piani terra? (d’altronde, basta vedere la positiva differenza costituita dall’unica insula abitata dai legittimi assegnatari).
- Cosa vi fa pensare che il quartiere ideale prefigurato da Mazzola non incorra negli stessi fenomeni di abusivismo e di illegalità, con relative conseguenze, dello ZEN/2?
- Ricorrendo a quale sistema di polizia pensate di potere evitare il reiterarsi delle attuali condizioni di illegalità ed abusivismo?
- Avete considerato, tra i costi dell’operazione da voi proposta, quelli indispensabili per la demolizione e lo smaltimento dei relativi materiali di risulta, pari ad almeno un terzo del costo di costruzione a nuovo?
- Dove e come pensate di parcheggiare gli attuali abitanti dello ZEN2 durante le lunghissime operazioni di demolizione e ricostruzione del quartiere?
- Non ritenete che, piuttosto che perseguire anacronistiche utopie, sarebbe più utile e concretamente produttivo per gli abitanti del quartiere ZEN/2 studiare e proporre modifiche, aggiustamenti e completamenti (architettonici, infrastrutturali, organizzativi, etc.) dell’attuale quartiere, effettivamente realizzabili a costi credibili e contenuti e con procedure rapide, cercando al contempo di ripristinare ordine e legalità?
Per la localizzazione e la realizzazione di nuovi interventi di edilizia economica e popolare riteniamo che si debba evitare di confinarli in quartieri periferici chiusi in sé stessi, inevitabilmente destinati alla ghettizzazione dei residenti, privilegiando piuttosto la distribuzione nel tessuto urbano di singoli edifici riservati ai meno abbienti in modo da favorirne l’integrazione sociale oltre a quella architettonica e urbanistica.

Iano Monaco
Massimo Inzerillo





























4 commenti:

  1. mi scuso in partanza ma, data la lunghezza e articolazione della risposta che sono invitato a fornire, sarò costretto ad inviare un post ad-hoc che, per facilità di comprensione, richiamerà i commenti e le critiche di Monaco e Inzerillo.
    Cordiali saluti
    Ettore Maria Mazzola

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  2. Saremo felici di dare spazio al suo articolo e di tenere aperto il dibattito sullo Zen e sulla proposta del Covile, consentendo di chiarire aspetti ancora evidentemente "in progress" lontani da qualsiasi steccato ideologico e partitico, avendo come unico fine quello di fare qualcosa per rendere Palermo e la sua periferia più vivibile.
    Pietro Genovese

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  3. gent.mo Pietro,
    ho spedito il post all'indirizzo associazionecamelos@gmail.com.

    Cordiali saluti
    Ettore Maria Mazzola

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  4. il 5 maggio ero a Palermo ed ho partecipato al congresso organizzato dal comitato per lo Zen.., ma sinceramente a me sembra che i sig.Monaco ed Inzerillo non ci fossero...a giudicare dalle perplessità dimostrate su un progetto ancora da realizzare o comunque riferite al progetto romano di Corviale per il quale quelle "mancanze" di cui lamentano erano invece ampiamente illustrate e risolte sotto molti punti di vista.
    Dove erano i sig. Monaco ed Inzerillo, quando l'arch. Mazzola spiegava l'iter procedurale dell'iniziativa prevista per Corviale, viste le inesattezze ancora una volta lamentate circa il timing ed i costi, che invece venivano chiaramente spiegate dal relatore, oltre ai vari errori sul costo al mc scambiato per costo al mq?
    Sinceramente a me sembra che i due professionisti palermitani abbiano riflettuto un pò troppo poco sul progetto proposto...forse che qualcuno li abbia smossi a dovere...per tirar fuori un pò di polemica? D'altronde anche sul posto, al momento del congresso, qualche stimato professionista palermitano, risentito forse per essere rimasto fuori dall'iniziativa, ha dimostrato lo stesso tipo di lamentele "superficiali" tipiche di chi non ascolta nessuno perché risentito!!!
    un partecipante
    Paolo Vecchio

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