La sanità metafora della Sicilia.
Il disavanzo economico, la malasanità, la necessità di garantire anche i livelli occupazionali , le comprensibili resistenze di chi nel corso degli anni ha occupato nicchie ben remunerate, sono tutti elementi di rigidità del sistema che ne rallentano e talora ne impediscono il cambiamento.
E in momenti così difficili ancora più forte diventa la tentazione di indicare gli altri come i soli colpevoli, di chiedere a gran voce tagli dovunque tranne che nel proprio giardino, di fare demagogia.
Tentiamo un ragionamento rigoroso, complesso come complessa è la sanità in Sicilia ma pacato.
Coltiviamo da sempre la speranza non l’utopia di una sanità regionale efficace, efficiente, apprezzata dai cittadini, motivo di orgoglio per i suoi professionisti.
Ecco perché ci appare utile oggi proporre un patto tra uomini di buona volontà al di fuori di steccati ideologi,di pregiudizi, di appartenenze e di interessi personali.
Un patto fra persone che si riconoscano in alcuni principi che proviamo ad enunciare anche se in maniera incompleta.
1)La sanità diventi, ancor prima della mafia, tema centrale del confronto “politico” e “sociale”regionale.
Assistenza sanitaria significa non solo tutela del bene prezioso della salute, ma anche costi economici che assorbono il 60% dell’intero bilancio regionale e riducono le risorse per lo sviluppo.
Né bisogna dimenticare che la sanità è stata talora terreno di scambio e di “ inciucio” ed in alcune occasioni brodo di cultura dell’illecito e catalizzatore del malaffare, capace di inquinare la vita della nostra regione.
2) Al centro del sistema sanitario regionale ci siano gli interessi dell’intera collettività, cioè un bene ad elevata valenza etica.
Le categorie professionali (medici, farmacisti, dirigenti) sono fondamentali ma non centrali; troppo spesso le abbiamo viste muoversi solo per la difesa di interessi particolari, Sfatiamo il luogo comune stancamente ripetuto che al centro del sistema sanitario vi sia il cittadino; troppo spesso lo abbiamo visto abusare più che usare le risorse sanitarie (ricorso improprio alle prestazioni, sciupio di farmaci, frode nell’esenzione dal ticket.), pretendere un’assistenza efficiente ma evadere le tasse che quell’assistenza finanziano.
3)La sanità sia sostenibile.
E’ certamente non sostenibile una sanità che dilapida le risorse da destinare allo sviluppo cioè al futuro delle nuove generazioni.
Non è sostenibile un sanità regionale che preveda doppioni di U.O. nella stessa città e talora nella stessa Azienda, mentre altrove per le medesime patologie organizzano centri regionali o interegionali.
Non è sostenibile una Sanità che programmi 5 divisioni di cardiochirurgia, che è una specialità costosissima, nella stessa città nell’ambito di poche centinaia di metri.
Non è sostenibile una sanità che mantiene in vita U.O. sottoutilizzate o peggio ancora mal utilizzate, mentre i pazienti si affidano all’Alitalia per raggiungere paradisi sanitari più sicuri.
Non è sanità sostenibile quella che sta creando al di fuori di ogni controllo , centinaia di U.O.semplici spesso ripetitive , talora senza i canoni minimi che ne consentano il funzionamento , per accontentare i raccomandati di turno.
Non è più sostenibile un sistema sanitario regionale dove il rapporto tra coloro che operano dietro le scrivanie e coloro che operano al letto del malato sia sbilanciato a favore dei primi.
Si è mai vista un’impresa edile con più architetti, geometri e ragionieri rispetto a mastri e manovali?
4)Si valorizzi la meritocrazia e l’eccellenza con una politica di accesso e di progressione delle carriere che tenga solo conto delle capacità, nella considerazione che il cittadino ha diritto ad essere curato dal migliore operatore disponibile..
Vi è una sola maniera di combattere la piaga della malasanità: promuovere a tutti i livelli la professionalità, la competenza, l’impegno.
In poche parole: premiare chi sa e vuole fare, punire chi non sa e non vuole fare e spesso non permette agli altri di fare.
Ed a proposito di eccellenza: in quali nebbie si sono perduti i centri di eccellenza ?
5)La politica e tutti gli altri poteri forti siano estromessi dalla gestione quotidiana della sanità.
La sanità è stata terreno , di baratto e di alleanza tra i poteri forti(politica, potere economico, Università, potere giudiziario, massoneria).
Altrimenti come si spiega che il sistema concorsuale di accesso e di progressione delle carriere, noto a tutti per essere gravemente inquinato ed inquinante, non sia stato mai oggetto di inchieste serie ed approfondite?
La politica conservi solo il ruolo importantissimo di individuare modelli e strategie.
6) Si crei con urgenza un sistema di regole, controlli e sanzioni a tutti i livelli.
Chi controlla l’appropriatezza delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche?
E certamente i costi economici e quelli biologici (non tutti sanno che qualsiasi esame radiologico accorcia la vita) ne trarrebbero sicuro beneficio.
Chi controlla la qualità dell’assistenza?
Chi controlla la laboriosità degli operatori?
7)L’Azienda Sanitaria sia una vera azienda.
Si porti a termine il processo di aziendalizzazione ancora imperfetto per la somma di poteri in capo al Direttore Generale non bilanciati da altrettanta assunzione di responsabilità se non di carattere formale.
Ed assunzione di responsabilità significa sopportare nel bene e nel male i risultati delle scelte operate.
Chi ha mai ricordato dinnanzi ai tanti casi di malasanità che i Direttori delle U.O. complesse ed i Capi Dipartimento vengono scelti su base fiduciaria dal Direttore Generale che perciò ne dovrebbe rispondere per primo sul piano della responsabilità?
8)Ci sia un forte “Governo Clinico”
La qualità dell’assistenza e l’economicità del sistema possono essere raggiunti solo attraverso un governo clinico che coinvolga la parte professionale nelle scelte che si operano sia a livello regionale che aziendale.
9) Ci sia una vera competitività tra pubblico e privato.
E per fare questo occorre creare un organismo indipendente di valutazione.
10) Si instauri un rapporto di assoluto rispetto, fiducia e trasparenza tra il paziente ed il medico che permetta al primo di compartecipare alla gestione della propria malattia.
In definitiva un rapporto tra galantuomini.
Per coltivare il sogno di cambiare la Sanità Siciliana occore buttare a mare le alchimie politiche , la ricerca ossessiva del minuto consenso ed iniziare invece a rischiare.
Dirigente Medico cardiologo
e-mail: calogero.comparato@libero.it
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