dopo aver a lungo riflettuto sulla posizione da assumere nell'imminente appuntamento referendario ed essermi consultato con il Comitato Direttivo, vorrei dirvi che la nostra Associazione ha deciso di sostenere con un donativo simbolico di 10 € il comitato promotore per l'acqua pubblica.
Riteniamo infatti che l'acqua per sua stessa natura, non possa essere trattata come una mera merce tra le altre e che il suo uso debba essere oltre che razionale sempre solidale.
Il diritto all'acqua , come tutti i diritti dell'uomo, si basa sulla dignità umana e non può essere ridotto a mere valutazioni di tipo economico , ragion per cui riteniamo che l'acqua debba essere sempre considerato come bene pubblico.
Primo quesito
Tale legge introdotta di recente, stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.
Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.
Secondo quesito
Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua.
"Ehi! sbrigatevi a bere, disse un gruppo di leoni degli altipiani ai cammelli, abbiamo deciso che fra poco si liberalizza la gestione della palude, ci sono già i coccodrilli che la gestiranno per i prossimi trent'anni che hanno progettato nuove e roboanti cascate per rendere l'acqua meno stagnante, con una piccola maggiorazione del 7% che potrete pagare in comode rate mensili, l'acqua sarà più buona e più fresca. I cammelli risposero in coro "Vi ringraziamo possenti leoni, ma noi con i nostri due SI al referendum continueremo a bere l'acqua come l'abbiamo sempre fatto dal tempo dei nostri padri, liberamente e solidali fra noi dalla nostra cara palude della savana degli animali!"
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