lunedì 6 giugno 2011

2 Si per l'Acqua Bene Comune




Cari associati,
dopo aver a lungo riflettuto sulla posizione da assumere nell'imminente appuntamento referendario ed essermi consultato con il Comitato Direttivo, vorrei dirvi che la nostra Associazione ha deciso di sostenere con un donativo simbolico di 10 € il comitato promotore per l'acqua pubblica.






Riteniamo infatti che l'acqua per sua stessa natura, non possa essere trattata come una mera merce tra le altre e che il suo uso debba essere oltre che razionale sempre solidale.
Il diritto all'acqua , come tutti i diritti dell'uomo, si basa sulla dignità umana e non può essere ridotto a mere valutazioni di tipo economico , ragion per cui riteniamo che l'acqua debba essere sempre considerato come bene pubblico.









Il Comitato Direttivo invita pertanto a partecipare al prossimo referendum votando due SI sui quesiti sull'acqua. Per un più consapevole esercizio del diritto di voto potete consultare la seguente scheda sintetica.

Primo quesito






Finalità: Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
Tale legge introdotta di recente, stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.
Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.

Secondo quesito






Finalità : fuori i profitti dall'acqua
Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua.







Mi sembra in chiusura doveroso ricordare a tutti gli associati di C.a.me.l.o.s. che tra le qualità dei cammelli vi è non solo quella di sopportare bene la carenza d'acqua, ma di riuscirne a bere, quando ne hanno a disposizione per reintegrare le riserve, la notevole quantità di circa 200 litri d'acqua in tre minuti! : utilizziamo pertanto questi pochi giorni che ci separano dal referendum per diffondere con la stessa velocità tra i nostri amici e familiari il nostro intento di partecipare al referendum, abrogando una legge che punta allo sfruttamento di una risorsa che deve al contrario restare libera e a disposizione di tutti.







Il PRESIDENTE
Dott. Pietro Genovese




















Foto: Cammelli che bevono









"Ehi! sbrigatevi a bere, disse un gruppo di leoni degli altipiani ai cammelli, abbiamo deciso che fra poco si liberalizza la gestione della palude, ci sono già i coccodrilli che la gestiranno per i prossimi trent'anni che hanno progettato nuove e roboanti cascate per rendere l'acqua meno stagnante, con una piccola maggiorazione del 7% che potrete pagare in comode rate mensili, l'acqua sarà più buona e più fresca. I cammelli risposero in coro "Vi ringraziamo possenti leoni, ma noi con i nostri due SI al referendum continueremo a bere l'acqua come l'abbiamo sempre fatto dal tempo dei nostri padri, liberamente e solidali fra noi dalla nostra cara palude della savana degli animali!"











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